Forni e Mulini

MULINI 

Per gli antichi abitanti che vivevano delle risorse della terra era indispensabile avere strumentazioni in grado di macinare i cereali che si coltivavano su tutto il territorio (segale, orzo, avena e frumento).

I primi abitanti di La Magdeleine, dovettero attrezzarsi per sfruttare al meglio le risorse offerte da questo territorio. È tra il XIII e il XIV secolo che risale la costruzione dei primi mulini disposti lungo il corso d’acqua generato dalle sorgenti del Monte Tantané.  

I primi magdeleins costruirono una catena di piccoli mulini a ruota idraulica orizzontale, in presa diretta, disposti a poche decine di metri l’uno dall’altro. In questo modo si poteva sfruttare contemporaneamente la stessa portata d’acqua, moltiplicandone la capacità per il numero di artifizi. 

Il Ru des Moulins, dunque, ebbe un’importanza fondamentale nella vita della comunità. Il suo corso iniziava alla grande “pissine” e proseguiva lungo il pendio che dai villaggi di Clou e Brengon digradava verso Messelod: confine, e trait d’union tra i diversi centri abitati.

I mulini venivano azionati in autunno, quando ormai i prati non avevano più bisogno di essere irrigati. Generalmente in questo periodo l’acqua scarseggiava, quindi bisognava riempire la vasca di raccolta più volte al giorno. La piscina a monte del primo mulino fungeva da volano energetico per alimentare in modo costante tutta la catena. 

A differenza di altri opifici della Valle che erano di proprietà di una singola persona, a La Magdeleine ogni artifizio apparteneva ad una consorteria ed erano i componenti delle famiglie ad utilizzare queste piccole industrie locali. Era anche necessario fissare i turni di impiego, le corvée per la manutenzione e la pulizia dell’edificio e dei canali. 

FORNI

Oltre alla presenza della catena dei mulini, a La Magdeleine non mancano i forni condivisi, dove, a dicembre, si cuoceva il pane nero. Luoghi dove si lavorava e ci si riuniva in un clima di festa. Un tempo ogni villaggio era fornito di un forno, ma il loro progressivo abbandono li ridusse a silenziosi ruderi.

Prima del restauro degli anni ’90 del Novecento, ad Artaz, Vieu e Messelod si potevano ammirare solo timide tracce della loro presenza. Ad Artaz il forno è ospitato da una piccola struttura in pietra. A Vieu esso si trova nella parte inferiore di un edificio in pietra in mezzo ad altri edifici, mentre al piano superiore vi è il locale per l’impasto, ‘il pastino’. 

Il forno di Messelod si presenta addossato ad altri due edifici con funzioni miste. Ancora oggi riconoscibile vi è la bocca del forno triangolare e una scanalatura per alloggiare la porta in ghisa; la pietra col foro circolare e l’incisione con la data ‘1889’. 

All’inizio del Novecento venne costruito un forno nei pressi del quinto mulino. Infatti, il 26 dicembre 1914 gli abitanti di Clou e di Brengon, s’impegnarono nella costruzione di un edificio per la cottura del pane. 

Oggi i forni vengono ancora messi in funzione ed accesi in occasione della tradizionale Festa del Pane – “Du blé au pain” e della Festa Transfrontaliera – “Lo Pan Ner”.